CAPD vs. APD

Cos’è la CAPD

La CAPD (Continuous Ambulatory Peritoneal Dialysis), proposta per la prima volta da Popovich et al. nel 1976 [1], è una metodica manuale continua di dialisi peritoneale (DP) che consiste nel riempire l’addome (spazio intraperitoneale), attraverso un apposito catetere a dimora, con una soluzione sterile dializzante ad alta concentrazione di glucosio (elevata osmolarità) e scaricarlo dopo alcune ore.

La CAPD sfrutta la differenza di concentrazione dei soluti tra l’acqua corporea e la soluzione dializzante così come l’osmolarità di tale liquido.

Il drenaggio del fluido caricato in addome permette la rimozione dall’organismo delle tossine uremiche, oltre che dell’acqua e del sodio in eccesso, che si sono nel frattempo trasferiti alla soluzione dializzante.

Al termine di tale drenaggio viene subito introdotto in addome del nuovo fluido sterile.

Questa operazione di drenaggio/carico è detta “scambio” (exchange), dura complessivamente circa 30 minuti ed è solitamente eseguita quattro volte nelle 24 ore.

La permanenza del liquido di dialisi in addome (stasi addominale, dwell-time) è classicamente di 5 ore × 3 volte (stasi diurne) e 9 ore (stasi notturna) ma può essere modificata secondo le esigenze del paziente.

La CAPD può comprendere 3 scambi nelle 24 ore, più frequentemente 4, fino a 5, con volumi caricati per ogni scambio che sono più frequentemente di 2 L ma anche inferiori o superiori, fino a 2,5 L [2] (full text) nel tentativo di personalizzarli secondo la massa corporea del paziente.

Viene considerata tra le metodiche manuali di DP anche la cosiddetta DAPD (Daytime Ambulatory Peritoneal Dialysis) [3] che consiste in quattro stasi nelle 15-16 ore diurne e addome vuoto durante la notte. Questo schema di DP manuale comporta però cinque manovre nelle 24 ore con un effetto negativo sulla qualità della vita.

La DAPD trova la sua indicazione nei pazienti con elevata permeabilità peritoneale ai soluti che per qualsiasi motivo non possano, anche momentaneamente, utilizzare l’APD [4].

Commenti

  1. Vorrei chiedere fino a che punto possiamo spingerci con la dialisi peritoneale sia essa CAPD o APD;

    nel merito in una paziente di anni 50,  peso di 60 Kg. h. 150 cm in CAPD da 6 anni con creatininemia di 15 mg/dl, azotemia 120 mg/dl, diuresi residua circa 800 ml/24h. recentemente gli  è stato consigliato di passare in APD.

    E’ la scelta migliore ? in alternativa il passaggio in HD….?

    grazie

  2. Per giudicare se il passaggio da CAPD ad APD è consigliabile bisogna conoscere i dati relativi alla permeabilità ai soluti (D/P creatinina 240° minuto del PET): 1. se è  0.60-75, l’APD non porterà a vantaggi sulla CAPD nemmeno se è CTPD-2 (2 scambi diurni) 2. se < 0.60 la dialisi peritoneale non può ottenere una depurazione soddisfacente in ogni caso 3. se > 0.80 ci sarebbe l’indicazione a utilizzare CTPD-1 (i.e. 20 litri 9 ore la notte, icodestrina diurna 15 ore).

    Anche per il passaggio all’emodialisi occorrerebbe conoscere i dati relativi alla permeabilità ai soluti (se il valore è troppo basso, i.e. <0.60  la dialisi peritoneale non andrebbe utilizzata).

    La creatininemia= 15 mg/dL significa che la depurazione totale (rene + peritoneo) non supera una CrCL di circa 32 L/settimana 1.73 mq (ottimale= 50 L/settimana) che, considerando la presenza di una funzione renale residua ancora presente (diuresi 800 mL) mi fa sospettare un volume di carico in CAPD insufficiente (27-30 mL/Kg= 27-30 x 50 Kg= 1600-1800 mL per sacca dovrebbe essere quello idoneo) oppure un peritoneo molto poco permeabile ai soluti (D/P creatinina 240° < 0.60 per esempio).

    Quindi: 1. valore del volume di carico attuale in CAPD 2. PET (meglio se al 3.86%) 3. valore esatto della funzione renale residua 4. rivalutazione del caso. G. Virga

Cos’è l’APD

La APD (Automated Peritoneal Dialysis) è una metodica automatizzata di dialisi peritoneale che utilizza una macchina detta “cycler” il cui primo modello fu creato da Boen nel 1962[1].

Il paziente, una volta impostate nel cycler le caratteristiche del trattamento, è sottoposto a scambi (carico e scarico della soluzione) automatici che avvengono solitamente di notte e durano complessivamente 8-9 ore.

I volumi di soluzione dialitica complessiva utilizzati variano da6 a25 litri circa.

Gli scambi sono di numero variabile, più frequentemente da 3 a8, e possono avvenire con il drenaggio completo dell’addome o con la modalità “tidal”, descritta per la prima volta da Stephen nel 1978 [2], mediante la quale il drenaggio, e il successivo carico, sono impostati sul cycler come percentuale (dal 50% al 75%) del volume di carico iniziale.

I meccanismi di trasporto peritoneale delle tossine uremiche e dell’acqua sono simili a quelli della CAPD anche perché le soluzioni dializzanti hanno la stessa composizione.

L’APD, se eseguita solo la notte (addome vuoto diurno), viene definita NIPD (Nocturnal Intermittent Peritoneal Dialysis) e se utilizza la modalità “tidal”, prende il nome di NTPD (Nocturnal Tidal Peritoneal Dialysis).

Se l’APD, al termine del suo ciclo, esegue un ultimo carico di soluzione dialitica rendendo così la dialisi peritoneale attiva in tutte le 24 ore (addome pieno diurno) prende il nome di CCPD (Continuous Cycling Peritoneal Dialysis), proposta nel 1980 da Diax-Buxo [3], e se utilizza di notte la modalità “tidal” CTPD (Continuous Tidal Peritoneal Dialysis).

Alcuni pazienti eseguono un ulteriore scambio a metà giornata (i.e. all’ora di pranzo) e la loro CCPD (o CTPD) può essere definita CCPD-2 (o CTPD-2) perché le stasi diurne di dializzante sono due (mattina e pomeriggio).

Tipo di APD N° stasi diurne N° stasi notturne Volume degli scambi notturni
NIPD 0 3-10 come il 1°
NTPD 0 3-10 tidal (50% – 75%)
CCPD 1 3-10 come il 1°
CTPD 1 3-10 tidal (50% – 75%)
CCPD-2 2 3-10 come il 1°
CTPD-2 2 3-10 tidal (50% – 75%)

Adeguatezza depurativa

Introduzione

Dalla meta-analisi pubblicata nel 2007 [1] (full text), relativa agli unici tre trial randomizzati CAPD vs. APD [2] (full text)[3][4], non emerge una differenza significativa tra le due tecniche riguardo gli indici classici di adeguatezza depurativa (Kt/V e CrCL) anche se sono state confrontate le clearance totali (rene + peritoneo) e non quelle peritoneali.

Riguardo la clearance dell’urea (peso molecolare 60 D), l’APD, rispetto alla CAPD, sembra avvantaggiarsi dagli scambi brevi e numerosi, ma questo divario tra le due tecniche sembra annullarsi se vengono valutate molecole di peso superiore, come la creatinina (113 D) e il fosfato (96 D, ma 330 D con l’alone costituito da 13 molecole d’acqua [5]), fino a invertirsi per soluti come la β2-microglobulina (11.815 D). Questa proteina è rimossa probabilmente meglio in CAPD in virtù del più prolungato tempo di stasi addominale efficace del liquido dializzante nelle 24 ore [6] (full text), senza un effetto dell’aumento dei volumi di carico[7] (full text) o del numero di scambi [6] (full text) così come in APD riguardo i volumi complessivi [8].

BibliografiaReferences

[1] Rabindranath KS, Adams J, Ali TZ et al. Automated vs continuous ambulatory peritoneal dialysis: a systematic review of randomized controlled trials. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association – European Renal Association 2007 Oct;22(10):2991-8 (full text)

[2] Bro S, Bjorner JB, Tofte-Jensen P et al. A prospective, randomized multicenter study comparing APD and CAPD treatment. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1999 Nov-Dec;19(6):526-33 (full text)

[3] de Fijter CWH, et al. Clinical efficacy and morbidity associated with continuous cyclic compared with continuous ambulatory peritoneal dialysis. Ann Intern Med 1994; 120:264-271.

[4] Iles-Smith H, Curwell J, Gokal R et al. Comparative evaluation of CAPD and PD-plus effectiveness. EDTNA/ERCA journal (English ed.) 1999 Jul-Sep;25(3):27-9

[5] Pribil AB, Hofer TS, Randolf BR et al. Structure and dynamics of phosphate ion in aqueous solution: an ab initio QMCF MD study. Journal of computational chemistry 2008 Nov 15;29(14):2330-4

[6] Kim DJ, Do JH, Huh W et al. Dissociation between clearances of small and middle molecules in incremental peritoneal dialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2001 Sep-Oct;21(5):462-6 (full text)

[7] Paniagua R, Ventura Mde J, Rodríguez E et al. Impact of fill volume on peritoneal clearances and cytokine appearance in peritoneal dialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2004 Mar-Apr;24(2):156-62 (full text)

[8] Vychytil A, Lilaj T, Schneider B et al. Tidal peritoneal dialysis for home-treated patients: should it be preferred? American journal of kidney diseases : the official journal of the National Kidney Foundation 1999 Feb;33(2):334-43

Clearance dell’urea (Kt/V)

Tab. 1. Confronto CAPD vs. APD riguardo il Kt/V peritoneale medio settimanale utilizzando i risultati di sette studi [1] (full text), [2], [3], [4] (full text)[5] (full text)[6] (full text),[7] (full text) che hanno riportato i valori medi per entrambe le tecniche.

Autore

CAPD

APD

Bhaskaran  [1] (full text)

2,07

2,60

Ortega  [2]

1,50

1,70

Bammens  [3]

2,13

1,76

Badve [4] (full text)

1,62

1,86

Cnossen  [5] (full text)

1,52

1,60

Michels  [6] (full text)

1,51

1,56

Nolph  [7] (full text)

1,80

1,50

Media

1,74

1,80

BibliografiaReferences

[1] Bhaskaran S, Schaubel DE, Jassal SV et al. The effect of small solute clearances on survival of anuric peritoneal dialysis patients. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2000 Mar-Apr;20(2):181-7 (full text)

[2] Ortega O, Gallar P, Carreño A et al. Peritoneal sodium mass removal in continuous ambulatory peritoneal dialysis and automated peritoneal dialysis: influence on blood pressure control. American journal of nephrology 2001 May-Jun;21(3):189-93

[3] Bammens B, Evenepoel P, Verbeke K et al. Removal of middle molecules and protein-bound solutes by peritoneal dialysis and relation with uremic symptoms. Kidney international 2003 Dec;64(6):2238-43

[4] Badve SV, Zimmerman DL, Knoll GA et al. Peritoneal phosphate clearance is influenced by peritoneal dialysis modality, independent of peritoneal transport characteristics. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2008 Nov;3(6):1711-7 (full text)

[5] Cnossen TT, Usvyat L, Kotanko P et al. Comparison of outcomes on continuous ambulatory peritoneal dialysis versus automated peritoneal dialysis: results from a USA database. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2011 Nov-Dec;31(6):679-84 (full text)

[6] Michels WM, van Dijk S, Verduijn M et al. Quality of life in automated and continuous ambulatory peritoneal dialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2011 Mar-Apr;31(2):138-47 (full text)

[7] Nolph KD, Twardowski ZJ, Keshaviah PR et al. Weekly clearances of urea and creatinine on CAPD and NIPD. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1992;12(3):298-303 (full text)

Clearance della creatinina

Tab.2. Confronto CAPD vs. APD riguardo la clearance della creatinina peritoneale media settimanale (L 1,73 m2) utilizzando i risultati di dieci studi [1][2] (full text)[3][4] (full text)[5][6] (full text)[7], [8] (full text)[9] (full text)[10] (full text) che hanno riportato i valori medi per entrambe le tecniche.

Autore

CAPD

APD

de Fijter  [1]

48,5

43,5

Fernández-Rodríguez  [2] (full text)

42,0

50,7

Lee  [3]

48,9

38,5

Bhaskaran  [4] (full text)

57,3

65,7

Ortega  [5]

40,2

40,1

Rodriguez-Carmona  [6] (full text)

44,9

48,2

Evenepoel  [7]

49,6

41,8

Badve  [8] (full text)

44,0

47,0

Davison  [9] (full text)

43,8

43,9

Nolph  [10] (full text)

46,7

33,2

Media

46,6

45,3

BibliografiaReferences

[1] de Fijter CWH, et al. Clinical efficacy and morbidity associated with continuous cyclic compared with continuous ambulatory peritoneal dialysis. Ann Intern Med 1994; 120:264-271.

[2] Rodríguez AM, Díaz NV, Cubillo LP et al. Automated peritoneal dialysis: a Spanish multicentre study. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association – European Renal Association 1998 Sep;13(9):2335-40 (full text)

[3] Lee SK, et al. Peritoneal transport characteristics and peritoneal clearance of ?2-microglobulin. Korean J Nephrol 1999; 18:599-605.

[4] Bhaskaran S, Schaubel DE, Jassal SV et al. The effect of small solute clearances on survival of anuric peritoneal dialysis patients. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2000 Mar-Apr;20(2):181-7 (full text)

[5] Ortega O, Gallar P, Carreño A et al. Peritoneal sodium mass removal in continuous ambulatory peritoneal dialysis and automated peritoneal dialysis: influence on blood pressure control. American journal of nephrology 2001 May-Jun;21(3):189-93

[6] Rodríguez-Carmona A, Fontán MP Sodium removal in patients undergoing CAPD and automated peritoneal dialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2002 Nov-Dec;22(6):705-13 (full text)

[7] Evenepoel P, Bammens B, Verbeke K et al. Superior dialytic clearance of beta(2)-microglobulin and p-cresol by high-flux hemodialysis as compared to peritoneal dialysis. Kidney international 2006 Aug;70(4):794-9

[8] Badve SV, Zimmerman DL, Knoll GA et al. Peritoneal phosphate clearance is influenced by peritoneal dialysis modality, independent of peritoneal transport characteristics. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2008 Nov;3(6):1711-7 (full text)

[9] Davison SN, Jhangri GS, Jindal K et al. Comparison of volume overload with cycler-assisted versus continuous ambulatory peritoneal dialysis. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2009 Jun;4(6):1044-50 (full text)

[10] Nolph KD, Twardowski ZJ, Keshaviah PR et al. Weekly clearances of urea and creatinine on CAPD and NIPD. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1992;12(3):298-303 (full text)

Clearance del fosforo

Tab.1. Confronto tra CAPD e APD riguardo la clearance peritoneale media settimanale del fosforo (L 1,73 m2) utilizzando i risultati di sei studi [1][2][3] (full text)[4] (full text),[5][6] che hanno riportato i valori medi per entrambe le tecniche.

Autore

CAPD

APD

Sedlacek  [1]

56,4

48,4

Evenepoel  [2]

40,2

32,7

Badve  [3] (full text)

40,9

38,3

Bernardo  [4] (full text)

36,5

36,7

Botelho  [5]

35,5

39,8

Twardowski  [6]

50,4

44,8

Media

43,3

40,1

In tre studi pubblicati, i dati sulla clearance peritoneale del fosforo si riferiscono solo all’APD [7], [8] (full text), [9] mentre in un altro lavoro i valori relativi a CAPD e APD non sono riportati ma sono definiti non differenti statisticamente [10].

BibliografiaReferences

[1] Sedlacek M, Dimaano F, Uribarri J et al. Relationship between phosphorus and creatinine clearance in peritoneal dialysis: clinical implications. American journal of kidney diseases : the official journal of the National Kidney Foundation 2000 Nov;36(5):1020-4

[2] Evenepoel P, Bammens B, Verbeke K et al. Superior dialytic clearance of beta(2)-microglobulin and p-cresol by high-flux hemodialysis as compared to peritoneal dialysis. Kidney international 2006 Aug;70(4):794-9

[3] Badve SV, Zimmerman DL, Knoll GA et al. Peritoneal phosphate clearance is influenced by peritoneal dialysis modality, independent of peritoneal transport characteristics. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2008 Nov;3(6):1711-7 (full text)

[4] Bernardo AP, Contesse SA, Bajo MA et al. Peritoneal membrane phosphate transport status: a cornerstone in phosphate handling in peritoneal dialysis. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2011 Mar;6(3):591-7 (full text)

[5] Botelho C, Rodrigues A, Oliveira JC et al. Peritoneal phosphate removal varies by peritoneal dialysis regimen: an underestimated parameter of phosphate control. Journal of nephrology 2013 Jan-Feb;26(1):183-90

[6] Twardowski ZJ Nightly peritoneal dialysis. Why, who, how, and when? ASAIO transactions / American Society for Artificial Internal Organs 1990 Jan-Mar;36(1):8-16

[7] Demetriou D, Habicht A, Schillinger M et al. Adequacy of automated peritoneal dialysis with and without manual daytime exchange: A randomized controlled trial. Kidney international 2006 Nov;70(9):1649-55

[8] Schmitt CP, Borzych D, Nau B et al. Dialytic phosphate removal: a modifiable measure of dialysis efficacy in automated peritoneal dialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2009 Jul-Aug;29(4):465-71 (full text)

[9] Juergensen P, Eras J, McClure B et al. The impact of various cycling regimens on phosphorus removal in chronic peritoneal dialysis patients. The International journal of artificial organs 2005 Dec;28(12):1219-23

[10] Bammens B, Evenepoel P, Verbeke K et al. Removal of middle molecules and protein-bound solutes by peritoneal dialysis and relation with uremic symptoms. Kidney international 2003 Dec;64(6):2238-43

Clearance della ß2-microglobulina

Tab. 1. Confronto tra CAPD e APD riguardo la clearance peritoneale media settimanale della β2-microglobulina (L 1,73 m2) utilizzando i risultati di tre studi [1] [2] [3] (full text) che hanno riportato i valori medi per entrambe le tecniche.

Autore CAPD APD
Evenepoel [1] 6,5 5,4
Lee [2] 8,2 4,8
Hiroshige [3] (full text) 8,4 6,4
Media 7,7 5,5

Dai tre studi che riportano i dati per entrambe le tecniche, la β2-CL peritoneale risulta più elevata in CAPD vs. APD [1] e in CAPD vs. CCPD vs. NIPD [2] [3] (full text).

In altri lavori pubblicati è stata misurata 3,9 [4] e 5,2 L/settimana in APD [5] (full text), 8,6[6] (full text), 10,8 [7] e 10,9 L/settimana [8] (full text) in CAPD.

BibliografiaReferences

[1] Evenepoel P, Bammens B, Verbeke K et al. Superior dialytic clearance of beta(2)-microglobulin and p-cresol by high-flux hemodialysis as compared to peritoneal dialysis. Kidney international 2006 Aug;70(4):794-9

[2] Lee SK, et al. Peritoneal transport characteristics and peritoneal clearance of beta2- microglobulin. Korean J Nephrol 1999; 18:599-605.

[3] Hiroshige K, Yuu K, Soejima M et al. Rapid decline of residual renal function in patients on automated peritoneal dialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1996 May-Jun;16(3):307-15 (full text)

[4] Vychytil A, Lilaj T, Schneider B et al. Tidal peritoneal dialysis for home-treated patients: should it be preferred? American journal of kidney diseases : the official journal of the National Kidney Foundation 1999 Feb;33(2):334-43

[5] Brophy DF, Sowinski KM, Kraus MA et al. Small and middle molecular weight solute clearance in nocturnal intermittent peritoneal dialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1999 Nov-Dec;19(6):534-9 (full text)

[6] Scalamogna A, Imbasciati E, De Vecchi A et al. Beta-2 microglobulin in patients on peritoneal dialysis and hemodialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1989;9(1):37-40 (full text)

[7] Montenegro J, Martínez I, Saracho R et al. Beta 2 microglobulin in CAPD. Advances in peritoneal dialysis. Conference on Peritoneal Dialysis 1992;8:369-72

[8] Favazza A, Motanaro D, Messa P et al. Peritoneal clearances in hypertensive CAPD patients after oral administration of clonidine, enalapril, and nifedipine. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1992;12(3):287-91 (full text)

Adeguatezza ultrafiltrativa

Il confronto tra CAPD e APD riguardo l’adeguatezza ultrafiltrativa comprende la valutazione della rimozione di acqua (ultrafiltrazione, UF) e di sodio.

Rimozione dell’acqua

La rimozione peritoneale di acqua (ultrafiltrazione netta) risulta mediamente superiore in CAPD vs. APD di circa 200 mL/die se consideriamo i dati pubblicati dagli studi che hanno riportato i risultati per entrambe le tecniche [1][2] (full text)[3][4] (full text)[5],[6] (full text)[7] (full text)[8] (full text).

Tab.1. Ultrafiltrazione netta (mL/die) in CAPD e APD riportata in letteratura [1-5,10-12].

Autore

CAPD

APD

Ortega  [1]

1538

1047

Rodriguez-Carmona [2] (full text)

1367

907

Fourtounas  [3]

1093

954

Davison  [4] (full text)

572

811

Cnossen  [5]

834

661

Gallar  [6] (full text)

1312

964

Bavbek  [7] (full text)

850

775

Bro  [8] (full text)

1190

1092

Media

1095

901

BibliografiaReferences

[1] Ortega O, Gallar P, Carreño A et al. Peritoneal sodium mass removal in continuous ambulatory peritoneal dialysis and automated peritoneal dialysis: influence on blood pressure control. American journal of nephrology 2001 May-Jun;21(3):189-93

[2] Rodríguez-Carmona A, Fontán MP Sodium removal in patients undergoing CAPD and automated peritoneal dialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2002 Nov-Dec;22(6):705-13 (full text)

[3] Fourtounas C, Hardalias A, Dousdampanis P et al. Sodium removal in peritoneal dialysis: the role of icodextrin and peritoneal dialysis modalities. Advances in peritoneal dialysis. Conference on Peritoneal Dialysis 2008;24:27-31

[4] Davison SN, Jhangri GS, Jindal K et al. Comparison of volume overload with cycler-assisted versus continuous ambulatory peritoneal dialysis. Clinical journal of the American Society of Nephrology : CJASN 2009 Jun;4(6):1044-50 (full text)

[5] Cnossen TT, Konings CJ, Fagel WJ et al. Fluid state and blood pressure control: no differences between APD and CAPD. ASAIO journal (American Society for Artificial Internal Organs : 1992) 2012 Mar-Apr;58(2):132-6

[6] Gallar P, Ortega O, Carreno A et al. Rate of decline in residual renal fuction is equal in CAPD and automated peritoneal dialysis patients. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2000 Nov-Dec;20(6):803-5 (full text)

[7] Bavbek N, Akay H, Altay M et al. Serum BNP concentration and left ventricular mass in CAPD and automated peritoneal dialysis patients. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2007 Nov-Dec;27(6):663-8 (full text)

[8] Bro S, Bjorner JB, Tofte-Jensen P et al. A prospective, randomized multicenter study comparing APD and CAPD treatment. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1999 Nov-Dec;19(6):526-33 (full text)

Rimozione del sodio

La terapia con APD comporta un ridotta rimozione dialitica del sodio per litro di ultrafiltrazione rispetto alla CAPD a causa del sieving del sodio (diluizione del dialisato nei tempi brevi degli scambi in APD).

La rimozione di sodio riportata in letteratura appare mediamente superiore in CAPD vs. APD sia in valore assoluto (137 vs. 78 mEq) che per litro di ultrafiltrazione (126 vs. 86 mEq/L) [1][2] (full text)[3], [4] (full text)[5][6] (full text).

Un effetto negativo della minore ultrafiltrazione e/o clearance del sodio in APD vs. CAPD sul volume extracellulare e/o sul controllo pressorio non è stato dimostrato in quattro studi [5][7] (full text)[8] (full text), [9] mentre in tre la pressione arteriosa era risultata più elevata in APD vs. CAPD [1], [10] (full text), [11].

Tab. 1. Dati di letteratura in CAPD relativi alla rimozione dialitica di sodio (MT Na) in assoluto (mEq/die) e per litro di ultrafiltrazione (mEq/L di UF) [figura 1].

Autore MT Na (mEq/die) Ultrafiltrazione (ml) mEq/L di UF
Ortega  [1] 195 1538 127
Rodriguez-Carmona [2] (full text) 173 1367 127
Fourtounas  [3] 143 1093 131
Davison  [4] (full text) 66 572 115
Cnossen  [5] 109 834 131
Media 137 1080 126

Tab. 2. Dati di letteratura relativi alla rimozione dialitica (Mass Tranfer= MT) di sodio in APD.

Autore MT Na UF netta MT Na/L UF Modalità di APD
Ortega  [1] 87 1047 83 NIPD + CCPD + CCPD-2
Rodriguez-Carmona [2] (full text) 53 907 58 NIPD + CCPD
Fourtounas [3] 62 954 65 CCPD + CCPD-2
Davison [4] (full text) 99 811 122 CCPD-2
Cnossen [5] 81 661 123 NIPD + CCPD + CCPD-2
Boudville [6] (full text) 84 1340 63 NIPD + CCPD

Tab. 3. Dati medi di rimozione dialitica di sodio e ultrafiltrazione netta per tecniche di APD accorpate secondo l’uso della CCPD-2 (assente, parziale, totale).

Modalità di APD Rimozione Na UF netta MT Na /1 L UF
NIPD + CCPD [2] (full text), [6] (full text) 68 1124 60
NIPD + CCPD + CCPD-2 [1] [3] [5] 77 887 87
CCPD-2 [4] (full text) 99 811 122

Pur considerando la difficoltà nell’analisi dei dati pubblicati che comprendono insieme modalità di APD differenti tra di loro nei volumi di dializzante e nella assenza (NIPD) o presenza di uno (CCPD) o due (CCPD-2) scambi diurni, la rimozione dialitica media di sodio sembra variare da un valore ≤ 60 mEq/L di UF per la NIPD a circa 90 mEq/L per la CCPD e 120 per la CCPD-2 (valore medio in APD 86 mEq/L di UF) [1], [2] (full text), [3],[4] (full text), [5], [6] (full text).

BibliografiaReferences

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Riassorbimento glucidico e perdite proteiche peritoneali

Riassorbimento peritoneale del glucosio

Anche se i dati disponibili in letteratura sono scarsi, l’assorbimento glucidico (g/24 ore) sembra mediamente più elevato in APD vs. CAPD (Tab. 1) verosimilmente in virtù dei maggiori volumi di soluzione dializzante utilizzati. L’assorbimento glucidico in APD vs. CAPD è superiore anche in percentuale sulla quantità contenuta nel dializzante (57% vs. 41%)[1].

Tab. 1. Assorbimento glucidico (g/24 ore) in CAPD e APD in letteratura [1] [2] [3] (full text) [4] [5] [6] [7].

CAPD APD
Rodriguez-Carmona [2] 99,6 138,9
Fung [3] (full text) 105,6  
Demetriou [4]   159,5
Amici [5] 135,0  
Moore [6]   125,1
Akonur [7]   121,0
Gahl [1] 120,8
Media 115,3 136,1

BibliografiaReferences

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Perdite proteiche peritoneali

Le perdite proteiche peritoneali non sembrano mediamente differenti in CAPD vs. APD (NIPD + CCPD) anche se gli studi comparativi sono esigui (Tab.1).

Le perdite proteiche non sono risultate diverse tra CAPD vs. NIPD (7,6 vs. 7,6 g/die) [8] o tra CAPD vs. CCPD (6,2 vs. 6,3 g/die [9] e 6,5 vs. 6,2 g/die [1] (full text)).

Tab.1. Dati relativi alle perdite proteiche peritoneali (g/die) in CAPD vs. APD dagli studi che hanno riportato i valori per entrambe le tecniche [2] (full text)[3] (full text)[1] (full text).

CAPD

APD

Burkart  [2] (full text)

6,2

5,9

Kathuria  [3] (full text)

7,6

7,6

Fernández  [1] (full text)

6,5

6,2

Media

6,8

6,6

Mantenimento della funzione renale e peritoneale

Mantenimento della funzione renale residua

Dalla meta-analisi pubblicata nel 2007 [1] (full text) sugli unici tre trial randomizzati CAPD vs. APD [2] (full text)[3][4] non emerge una differenza significativa nella riduzione nel tempo della funzione renale residua tra le due metodiche.

La riduzione del filtrato glomerulare è risultata simile in CAPD vs. APD con un follow-up a 16 mesi in uno studio del 2009 (22 vs. 12 pazienti) [5] (full text) e anche in uno studio retrospettivo del 2011 (178 vs. 194 pazienti) [6] (full text).

BibliografiaReferences

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[3] de Fijter CWH, et al. Clinical efficacy and morbidity associated with continuous cyclic compared with continuous ambulatory peritoneal dialysis. Ann Intern Med 1994; 120:264-271.

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[6] Balasubramanian G, McKitty K, Fan SL et al. Comparing automated peritoneal dialysis with continuous ambulatory peritoneal dialysis: survival and quality of life differences? Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association – European Renal Association 2011 May;26(5):1702-8 (full text)

Mantenimento della funzione peritoneale

Un recente studio prospettico ha dimostrato un declino dell’ultrafiltrazione transcapillare (TCUF), a 4 anni, leggermente più rapido in APD vs. CAPD senza differenza nel trasporto peritoneale dei soluti [1].

Tale riscontro, pur se in accordo con l’ipotesi secondo la quale una più elevata esposizione a soluzioni dialitiche bioincompatibili indurrebbe un maggiore danno alla membrana peritoneale, va interpretato con cautela, come consigliato dagli stessi Autori.

L’ultrafiltrazione netta giornaliera non si è dimostrata differente tra APD vs. CAPD nel tempo [2] così come l’ultrafiltrazione al PET [3] (full text), [4] (full text).

La velocità di trasporto peritoneale dei soluti non è risultata differente in CAPD vs. APD dopo 40 mesi di trattamento [3] (full text) mentre in uno studio del 2009 è risultata aumentare in CAPD (D/P della creatinina = 0,66 → 0,74) ma non in APD (0,64 → 0,63) dopo 16 mesi di terapia dialitica [4] (full text).

Tasso di infezioni

Nella meta-analisi pubblicata nel 2007 [1] (full text), eseguita su due trial randomizzati CAPD vs. APD [2] (full text), [3], emerge un ridotto tasso di peritoniti in APD (RR = 0,54, 95% I.C. = 0,35-0,83) ma non di infezioni dell’emergenza cutanea (RR = 1,00, 95% I.C. = 0,56-1,76).

Inoltre, non risultano differenze statisticamente significative tra le due metodiche riguardo il rischio di sviluppare peritonite (RR = 0,75, 95% I.C. = 0,50-1,11), infezione dell’emergenza cutanea (RR = 1,09, 95% I.C. = 0,56-2,13) e del tunnel sottocutaneo (RR = 0,99, 95% I.C. = 0,15-6,49).

Poiché nello studio di Bro et al. [2] (full text)vi furono solo tre episodi di peritonite in un follow-up di sei mesi (peso 3,2%) la meta-analisi è stata condotta praticamente solo sul RCT di de Fijter et al. [3] (peso 96,8%) con risultati da interpretare con cautela.

Uno studio prospettico del 1999 ha dimostrato una differenza nel tasso di peritoniti e nella la probabilità di rimanere liberi da peritonite a favore dell’APD vs. CAPD (1:38,4 vs. 1:18,7 mesi) senza differenza nel tasso di infezioni dell’emergenza cutanea [4] (full text) mentre uno studio retrospettivo del 2011 ha confermato la differenza nel tasso di peritoniti a favore dell’APD vs. CAPD (1:36,7 vs. 1:28,8 mesi) ma non la probabilità di rimanere senza peritonite [5] (full text) così come un altro studio retrospettivo del 2011 [6] (full text).

BibliografiaReferences

[1] Rabindranath KS, Adams J, Ali TZ et al. Automated vs continuous ambulatory peritoneal dialysis: a systematic review of randomized controlled trials. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association – European Renal Association 2007 Oct;22(10):2991-8 (full text)

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[4] Rodríguez-Carmona A, Pérez Fontán M, García Falcón T et al. A comparative analysis on the incidence of peritonitis and exit-site infection in CAPD and automated peritoneal dialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1999 May-Jun;19(3):253-8 (full text)

[5] Balasubramanian G, McKitty K, Fan SL et al. Comparing automated peritoneal dialysis with continuous ambulatory peritoneal dialysis: survival and quality of life differences? Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association – European Renal Association 2011 May;26(5):1702-8 (full text)

[6] Rüger W, van Ittersum FJ, Comazzetto LF et al. Similar peritonitis outcome in CAPD and APD patients with dialysis modality continuation during peritonitis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2011 Jan-Feb;31(1):39-47 (full text)

Terapia delle peritoniti

Mentre le modalità della terapia antibiotica per la peritonite in CAPD sono consolidate, le posologie richieste per un adeguato trattamento intermittente in APD sono ancora poco conosciute [1] (full text) anche perché la maggior parte degli schemi terapeutici sono stati sperimentati in CAPD [2] (full text)[3][4][5] (full text)[6][7] (full text)[8] (full text),[9][10] (full text).

Ad esempio, vi sono pochi dati riguardanti l’efficacia delle cefalosporine di prima generazione in un paziente con cycler o della somministrazione intermittente di aminoglicosidi e vancomicina in APD [1] (full text).

Nelle recenti linee guida della ISPD 2010 sono riportati i dosaggi consigliati di solo cinque antibiotici per l’APD (per sufficiente esperienza o dati disponibili) rispetto ai venti per la CAPD [1] (full text).

Gli studi di farmacocinetica sugli antibiotici somministrati per via intraperitoneale che hanno dimostrato una loro clearance più elevata in APD vs. CAPD [11] (full text), [12] hanno suggerito, in caso di peritonite, il cambio momentaneo di tecnica (APD→CAPD) che attualmente è considerato un’opportunità ma non ancora una raccomandazione [1] (full text).

Uno studio del 2010 sull’outcome dalla peritonite nei pazienti in CAPD vs. APD mantenuti nella loro metodica originale ha dimostrato risultati non differenti [13] (full text).

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[13] Rüger W, van Ittersum FJ, Comazzetto LF et al. Similar peritonitis outcome in CAPD and APD patients with dialysis modality continuation during peritonitis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2011 Jan-Feb;31(1):39-47 (full text)

Qualità della vita

La CAPD e l’APD non sono risultate differenti riguardo la qualità della vita negli studi pubblicati considerando i test nella loro globalità (NS = differenza statistica non significativa, Tab. 1). Questa conclusione è probabilmente il risultato di una migliore qualità della vita diurna in APD vs. CAPD (minore numero di scambi, maggiore tempo libero o da dedicare al lavoro, maggiore mobilità) a fronte di una migliore qualità della vita notturna in CAPD vs. APD (migliore qualità del sonno per l’assenza di allarmi e della connessione al cycler).

Tab.1. Riassunto dei risultati dei test sulla qualità della vita CAPD vs. APD (ma: 1performance fisica migliore in CAPD, 1performance mentale migliore in APD, 2adattamento sociale migliore in APD, 3ansia/depressione minori in APD).

Autore 4-Health SF 36 EQ-5D SG TT Off BDI Sleep Karnofsky
de Fijter [1] · · · · · · · NS
Bro [2] (full text) · NS · · · · · ·
Diaz-Buxo [3] · NS1 · · · · · ·
De Wit [4] (full text) · NS2 NS3 NS NS · · ·
Guney [5] NS · · · · NS NS ·
Bilgic [6] · NS · · · · NS ·
Michels [7] (full text) · NS · · · · · ·
Balasubramanian [8] (full text) · NS · · · · · ·

Four Health-related QOL (4-Health) (self) = stato funzionale, stato di salute, benessere, soddisfazione del paziente, preferenze del paziente.

Short-Form 36 (SF36) (self) = funzionalità fisica, limitazioni di ruolo dovute alla funzionalità fisica, dolore fisico, percezione della salute generale, vitalità, attività sociali, limitazioni di ruolo dovute allo stato emotivo, salute mentale.

EuroQol-5D (EQ-5D) = mobilità, cura di sé, attività abituali, dolore/disagio, ansia/depressione.

Standard Gamble (SG) (metodo basato sulla preferenza) = preferenza a rimanere nello stato attuale piuttosto che accettare una scommessa sia per l’esito positivo (buona salute) e il risultato negativo (morte immediata).

Time Trade Off (TT Off) (metodo basato sulla preferenza) = numero di anni in ottima salute vs. 10 anni nello stato di salute attuale.

Beck Depression Inventory (BDI) (self) = questionario a 21 domande a scelta multipla.

Epworth Sleepiness Scale (Sleep) (ESS) = valuta la probabilità di addormentarsi su una scala di maggiore probabilità crescenti da 0 a 3 per otto diverse situazioni.

Karnofsky = classifica i pazienti in base alla loro compromissione funzionale da 0% a 100%.

BibliografiaReferences

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Sopravvivenza del paziente e della tecnica

Sopravvivenza del paziente

Dalla meta-analisi pubblicata nel 2007 [1] (full text) sugli unici tre trial randomizzati CAPD vs. APD [2] (full text)[3][4] non emerge una differenza significativa nella sopravvivenza del paziente.

Dai dati del Registro di Australia-Nuova Zelanda su 4.128 pazienti in PD non risultano differenze di sopravvivenza del paziente tra CAPD vs. APD anche utilizzando il propensity score nell’analisi multivariata [5].

Secondo uno studio di Baxter HC del 2006 su 40.869 pazienti americani la sopravvivenza dei pazienti sarebbe superiore in APD [6] ma da un analisi del Registro Statunitense (United States Renal Data System) su 66.381 pazienti la sopravvivenza non è risultata differente tra le due metodiche [7].

Sopravvivenza della tecnica

Dalla meta-analisi del 2007 [1] (full text) eseguita sugli unici tre trial randomizzati CAPD vs. APD [2] (full text)[3][4] non emerge una differenza significativa nella sopravvivenza della tecnica tra le due modalità.

Sia dai dati del Registro di Australia-Nuova Zelanda su 4.128 pazienti (CAPD vs. APD, 2.393 vs. 1.735 pazienti) [5] che da uno studio retrospettivo del 2011 (CAPD vs. APD, 178 vs. 194 pazienti) [6] (full text) non risultano differenze statisticamente significative tra le due metodiche riguardo la sopravvivenza della tecnica.

Secondo uno studio di Baxter HC del 2006 su 40.869 pazienti americani la sopravvivenza della tecnica risulterebbe migliore in APD [7] ma da un analisi del Registro Statunitense (United States Renal Data System) su 66.381 pazienti in DP la sopravvivenza della tecnica non è risultata differente tra le due metodiche [8] (full text).

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Costi e trend

Costi

I dati relativi ai costi di CAPD e APD sono molto variabili in Europa.

Il costo dell’APD era superiore a quello della CAPD del 20% in Danimarca nel 1999 [1] (full text), ma uguale in Belgio nel 2008 (€ 866/settimana) [2].

In Galizia (Spagna) il costo annuale per la CAPD era di € 14.888/anno, € 20.247 per APD a bassi volumi (15 L) (+69%) [3] (full text).

In Italia, secondo il CENSIS (dati al 2008), il costo economico complessivo della CAPD (costi diretti + costi indiretti) è stato valutato in € 490,77/settimana (€ 25.590/anno) mentre per l’APD è stato stimato in € 617,81/settimana (€ 32.155/anno) (+25,9%) [4].

Probabilmente, vi è un’ampia variabilità da Centro a Centro.

Trend

Secondo i dati aggiornati al 2008 la proporzione di pazienti in DP trattati con APD è molto minore nei Paesi in via di sviluppo (15,8%) rispetto a quelli sviluppati (42,4%) [5] (full text).

La percentuale di pazienti che usano l’APD è in aumento in tutto il mondo con un incremento maggiore nei Paesi sviluppati (+30,3%) rispetto a quelli in via di sviluppo (+14,5%) nel periodo compreso tra il 1997 e il 2008 [5] (full text).

Nell’America del Nord l’uso del cycler è aumentato dal 10% al 54% tra il 1990 e il 2000[6] (full text) e in Australia dal 4% al 42% dal 1995 al 2004 [7].

Considerando il calo percentuale della DP nei Paesi sviluppati (-5,30%) e quello, più contenuto, nei Paesi in via di sviluppo (-1,35%), l’uso più intensivo dell’APD non sembra coincidere con una espansione complessiva della DP.

Indicazioni alla CAPD

La ridotta permeabilità peritoneale ai soluti (“basso” D/P creatinina)

Per i pazienti con ridotta velocità di trasporto peritoneale dei soluti l’indicazione alla CAPD (anche a volumi elevati) è stata suggerita da tempo [1] (full text) e poi giustificata dalla loro maggiore mortalità in APD vs. CAPD [2] (full text) e dalla impossibilità, anche con elevati volumi dializzanti, di ottenere clearance adeguate in APD [3] (full text), [4].

Nei “bassi trasportatori”, la clearance del fosforo è superiore in CAPD vs. APD [5].

Indicazioni all’APD

Secondo le Linee Guida Best Practice Europee del 2005 [1] le indicazioni all’APD sono:

a) incapacità da ottenere adeguata depurazione e/o ultrafiltrazione in CAPD;

b) necessità di evitare una elevata pressione intraperitoneale;

c) preferenza del paziente.

Riguardo l’indicazione a):

  1. non vi sono evidenze che la depurazione globalmente intesa sia superiore in APD vs. CAPD per tutti i pazienti (vedi Adeguatezza depurativa) mentre si può verificare un incremento delle clearance per i pazienti “alti trasportatori” al passaggio da CAPD ad APD;
  2. non vi sono evidenze che l’ultrafiltrazione sia generalmente migliore in APD vs. CAPD (vedi Adeguatezza ultrafiltrativa) ma si ritiene che lo sia nei pazienti “alti trasportatori” [1],[2] (full text)[3] anche se nell’unico trial randomizzato riguardo APD vs. CAPD negli alti e medio-alti trasportatori l’ultrafiltrazione era risultata inferiore in APD vs. CAPD [4] (full text). In uno studio prospettico, multicentrico, sequenziale su CAPD, CCPD e TPD-50% e TPD-25% l’ultrafiltrazione era leggermente, ma non significativamente, più elevata in CAPD che con le altre tre tecniche di APD [5] (full text).

Elevata velocità di trasporto peritoneale dei soluti (''alto'' D/P creatinina)

Secondo una recente meta-analisi che ha considerato tutti gli studi sulla relazione tra velocità del trasporto peritoneale dei soluti e sopravvivenza dei pazienti e della tecnica, la mortalità è risultata più elevata nei pazienti a maggiore permeabilità peritoneale (4h D/P Cr) ma con un effetto che si riduce all’aumentare dell’uso percentuale di APD [1] (full text).

Negli “alti trasportatori” la clearance del fosforo è superiore in APD vs. CAPD [2].

L’elevata permeabilità peritoneale ai soluti può essere quindi considerata una indicazione all’utilizzo dell’APD [3] (full text) anche per la conferma della relazione permeabilità-mortalità in CAPD ma non in APD [4] (full text), della sua assenza in APD [5] (full text) e della maggiore mortalità in CAPD vs. APD nei soggetti ad elevata permeabilità peritoneale[6] (full text).

Non va dimenticato, comunque, che l’effetto statistico della maggiore permeabilità peritoneale sulla mortalità in CAPD potrebbe mascherare l’influenza del diabete mellito la cui considerazione come covariata si è dimostrata in grado di annullare l’effetto della permeabilità [7] e il cui effetto non è stato preso in considerazione da tutti gli studi inseriti nella meta-analisi sopracitata [1] (full text).

BibliografiaReferences

[1] Brimble KS, Walker M, Margetts PJ et al. Meta-analysis: peritoneal membrane transport, mortality, and technique failure in peritoneal dialysis. Journal of the American Society of Nephrology : JASN 2006 Sep;17(9):2591-8 (full text)

[2] Botelho C, Rodrigues A, Oliveira JC et al. Peritoneal phosphate removal varies by peritoneal dialysis regimen: an underestimated parameter of phosphate control. Journal of nephrology 2013 Jan-Feb;26(1):183-90

[3] Dombros N, Dratwa M, Feriani M et al. European best practice guidelines for peritoneal dialysis. 7 Adequacy of peritoneal dialysis. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association – European Renal Association 2005 Dec;20 Suppl 9:ix24-ix27 (full text)

[4] Rumpsfeld M, McDonald SP, Johnson DW et al. Higher peritoneal transport status is associated with higher mortality and technique failure in the Australian and New Zealand peritoneal dialysis patient populations. Journal of the American Society of Nephrology : JASN 2006 Jan;17(1):271-8 (full text)

[5] Chang TI, Park JT, Lee DH et al. High peritoneal transport status is not an independent risk factor for high mortality in patients treated with automated peritoneal dialysis. Journal of Korean medical science 2010 Sep;25(9):1313-7 (full text)

[6] Johnson DW, Hawley CM, McDonald SP et al. Superior survival of high transporters treated with automated versus continuous ambulatory peritoneal dialysis. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association – European Renal Association 2010 Jun;25(6):1973-9 (full text)

[7] Park HA, et al. Clinical outcome in continuous ambulatory peritoneal dialysis patients is not influenced by high peritoneal transport status. Perit Dial Int 2001; 21 Suppl 3:S80-S85.

Elevato peso corporeo del paziente

Stimando che un paziente anurico in DP necessiti di circa 30 mL/Kg di volume di carico per 4 scambi in CAPD per ottenere un Kt/V settimanale=1,70 [1][2] (full text)[3] (full text)[4], per qualsiasi grado di permeabilità peritoneale ai soluti [ [5] (full text), [6] (full text), la disponibilità commerciale di sacche con volumi non superiori a 2,5 L limita l’uso della CAPD ai pazienti anurici con peso corporeo.

Anche riguardo la clearance della creatinina settimanale/1,73 m2, poiché con 2,5 L × 4 si otterrebbero 50 L in un paziente di permeabilità peritoneale “bassa” di 1,5 m2, “medio-bassa” di 1,7 m2, “medio-alta” di 1,9 m2 e “alta” di 2,3 m2 [7] (full text), alcuni soggetti, a seconda delle loro caratteristiche peritoneali, non raggiungerebbero tale target: per un soggetto maschio di altezza cm 170, il valore limite di peso corporeo sarebbe compreso tra Kg 45 a 123 (da “basso” a “alto” trasportatore) con un valore medio di 84 Kg.

La maggior parte delle Linee Guida Internazionali [8] (full text)[9] (full text)[10] (full text) concorda nel considerare il Kt/V come il più importante indice di adeguatezza in DP mentre quella del Regno Unito considera Kt/V e CrCL equivalenti [11] e quella Australiana le ritiene entrambe da soddisfare [12].

A livello pratico, per un paziente anurico in CAPD, un peso corporeo >85 Kg sembra non compatibile con il raggiungimento del target di Kt/V e, se il peritoneo è di permeabilità inferiore alla media, anche della clearance della creatinina e quindi può essere considerato come un’indicazione all’utilizzo dell’APD.

BibliografiaReferences

[1] Tattersall JE, Doyle S, Greenwood RN et al. Maintaining adequacy in CAPD by individualizing the dialysis prescription. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association – European Renal Association 1994;9(7):749-52

[2] Tzamaloukas AH, Dimitriadis A, Murata GH et al. Continuous peritoneal dialysis in heavyweight individuals: urea and creatinine clearances. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1996 May-Jun;16(3):302-6 (full text)

[3] Bhaskaran S, Schaubel DE, Jassal SV et al. The effect of small solute clearances on survival of anuric peritoneal dialysis patients. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2000 Mar-Apr;20(2):181-7 (full text)

[4] Song HC, et al. Adequacy of dialysis in anuric CAPD patients. Korean J Nephrol 2004; 23:318-324.

[5] Churchill DN, Thorpe KE, Nolph KD et al. Increased peritoneal membrane transport is associated with decreased patient and technique survival for continuous peritoneal dialysis patients. The Canada-USA (CANUSA) Peritoneal Dialysis Study Group. Journal of the American Society of Nephrology : JASN 1998 Jul;9(7):1285-92 (full text)

[6] Tzamaloukas AH, Murata GH, Piraino B et al. Peritoneal urea and creatinine clearances in continuous peritoneal dialysis patients with different types of peritoneal solute transport. Kidney international 1998 May;53(5):1405-11 (full text)

[7] Rocco MV Body surface area limitations in achieving adequate therapy in peritoneal dialysis patients. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 1996 Nov-Dec;16(6):617-22 (full text)

[8] Dombros N, Dratwa M, Feriani M et al. European best practice guidelines for peritoneal dialysis. 7 Adequacy of peritoneal dialysis. Nephrology, dialysis, transplantation : official publication of the European Dialysis and Transplant Association – European Renal Association 2005 Dec;20 Suppl 9:ix24-ix27 (full text)

[9] Lo WK, Bargman JM, Burkart J et al. Guideline on targets for solute and fluid removal in adult patients on chronic peritoneal dialysis. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2006 Sep-Oct;26(5):520-2 (full text)

[10] Blake PG, Bargman JM, Brimble KS et al. Clinical Practice Guidelines and Recommendations on Peritoneal Dialysis Adequacy 2011. Peritoneal dialysis international : journal of the International Society for Peritoneal Dialysis 2011 Mar-Apr;31(2):218-39 (full text)

[11] Clinical Practice Guidelines, Peritoneal Dialysis, UK Renal Association, 5th Edition, 2009-2012

[12] The CARI Guidelines. Caring for Australians with Renal Impairment. Dialysis Adequacy (PD) Guidelines 2005

Rischio di sviluppare e/o presenza di ernie

Poiché la pressione intraperitoneale aumenta da circa 8 a più di 20 cmH2O passando dalla posizione supina alla condizione di deambulazione [1] [2] e l’incidenza di ernie in CAPD è riportata del 10-25% mentre in APD del 5-9% [3] [4] il rischio di sviluppare e/o presenza di ernie può essere considerata una indicazione all’APD.

Comunque, dalla meta-analisi pubblicata nel 2007 [5] (full text) sugli unici tre trial randomizzati CAPD vs. APD il rischio di sviluppare ernie non è risultato statisticamente differente tra le due metodiche.

Scelta del paziente e/o necessità del partner (care-giver)

Poiché la pressione intraperitoneale aumenta da circa 8 a più di 20 cmH2O passando dalla posizione supina alla condizione di deambulazione [1] [2] e l’incidenza di ernie in CAPD è riportata del 10-25% mentre in APD del 5-9% [3] [4] il rischio di sviluppare e/o presenza di ernie può essere considerata una indicazione all’APD.

Comunque, dalla meta-analisi pubblicata nel 2007 [5] (full text) sugli unici tre trial randomizzati CAPD vs. APD il rischio di sviluppare ernie non è risultato statisticamente differente tra le due metodiche.

Conclusioni

Dal confronto tra CAPD e APD non emergono significative differenze nei valori di depurazione da urea, creatinina e fosforo né riguardo la qualità della vita, la difesa della funzione renale residua, il mantenimento della funzione peritoneale, le perdite proteiche peritoneali, la sopravvivenza del paziente e della tecnica.

La CAPD, rispetto all’APD, presenta i seguenti vantaggi:

  1. un minor assorbimento peritoneale di glucosio
  2. un migliore risultato clinico nei pazienti con permeabilità peritoneale ridotta
  3. una superiore capacità di rimozione dell’acqua e del sodio
  4. una più affidabile gestione della terapia antibiotica in caso di peritonite
  5. una più semplice prescrizione della scheda dialitica
  6. un costo minore
  7. un approccio alla tecnica più comprensibile da parte del paziente
  8. la possibilità di essere utilizzabile da soggetti con quasi tutti i livelli di permeabilità peritoneale.

L’APD, rispetto alla CAPD, presenta i seguenti vantaggi:

  1. un minore tasso di peritoniti e forse anche del rischio di sviluppare il primo episodio
  2. una migliore depurazione dei pazienti sovrappeso
  3. un migliore equilibrio metabolico nei soggetti con permeabilità peritoneale elevata
  4. una riduzione del rischio di complicanze legate alla pressione intraperitoneale
  5. una più facile gestione della dialisi da parte di una figura di supporto al paziente
  6. una più facile conduzione dell’attività lavorativa.

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